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Il comunicato diramato dall’Instituo Central de Cordoba, che negava il transfert relativo al cartellino di Paulo Dybala, adducendo un presunto saldo non dovuto e non corrisposto dal club rosanero, e la relativa replica del Palermo sul proprio sito ufficiale, hanno aperto un piccolo caso burocratico attorno al giovane talento argentino. A chiarire in maniera esaustiva la vicenda ci ha pensato l’avvocato Gian Andrea Pilla che cura in prima persona gli interessi legali del nuovo gioiello rosanero. “C´è questo comunicato, emesso a seguito di una assemblea del club. In Argentina le società di calcio non sono come da noi i ma delle associazioni civili, regolamentate in modo differente. Da questo comunicato si evincerebbe che l´assemblea avrebbe deliberato all´unanimità di non rilasciare il transfer perché il giocatore dovrebbe essere ancora pagato dal Palermo Calcio. Bisogna però entrare nel tecnico per capire come stanno le cose. Quando viene sottoscritto un contratto tra due società di calcio per il trasferimento di un calciatore tra due paesi diversi – ha spiegato l’Avvocato Pilla in esclusiva ai microfoni di Mediagol.it- un trasferimento internazionale come quello che riguarda Paulo Dybala, la normativa sullo status e sui trasferimenti dei calciatori è emanato dalla Fifa ed a cui sono sottoposte tutte le società di tutte le federazioni calcistiche del mondo, compreso l´Instituto de Cordoba. Quando si effettua un trasferimento entrambe le società devono compilare il TMS, una procedura telematica che ogni società fa in caso di trasferimento internazionale. All´interno vengono indicati dati come nome e cognome del calciatore, società acquirente, prezzo pagato... questo è il primo passaggio quando si firma un contratto di cessione. Il Palermo ha adempiuto a questo obbligo federale, l´Instituto di Cordoba no, perché asserisce che deve essere pagata. Ma la procedura corretta è questa: prima si fa il TMS, dopo di che viene rilasciato un transfer, a transfer rilasciato la società che deve corrispondere qualcosa corrisponderà. Non è che prima si rilascia il pagamento. Il transfer poi lo rilascia l´AFA, la Figc argentina. Sulla base di quale presupposto l´Instituto è legittimato a dare un diniego al trasferimento? Mi sembra nessuno, è stato sottoscritto un contratto e ci sono dei termini da rispettare. Mi risulta per altro che addirittura il Palermo ha provveduto sul conto della Afa direttamente tutte le voci relative a imposte e contributi che vanno versati in caso di trasferimenti internazionali. Se dobbiamo dire a onor del vero come stanno le cose – ha proseguito il legale di Dybala in esclusiva ai microfoni di Mediagol.it - chi è totalmente adempiente è il Palermo, chi è inadempiente e senza nessuna motivazione giuridica è l´Instituto de Cordoba. Voglio pensare che siano un gruppo di ‘dilettanti’ che hanno detto ‘no, non vi rilasciamo il transfer’. Questo loro comportamento è soggetto ad una serie di sanzioni da parte della Fifa, forse all´Instituto non lo sanno. Questo arreca danno al calciatore e al Palermo calcio e in futuro ci saranno delle valutazioni sulla possibilità di agire davanti agli organismi internazionali contro questo comportamento dell´Instituto".
Il comunicato diramato dall’Instituo Central de Cordoba, che negava il transfert relativo al cartellino di Paulo Dybala, adducendo un presunto saldo non dovuto e non corrisposto dal club rosanero, e la relativa replica del Palermo sul proprio sito ufficiale, hanno aperto un piccolo caso burocratico attorno al giovane talento argentino. A chiarire in maniera esaustiva la vicenda ci ha pensato l’avvocato Gian Andrea Pilla che cura in prima persona gli interessi legali del nuovo gioiello rosanero. “C´è questo comunicato, emesso a seguito di una assemblea del club. In Argentina le società di calcio non sono come da noi i ma delle associazioni civili, regolamentate in modo differente. Da questo comunicato si evincerebbe che l´assemblea avrebbe deliberato all´unanimità di non rilasciare il transfer perché il giocatore dovrebbe essere ancora pagato dal Palermo Calcio. Bisogna però entrare nel tecnico per capire come stanno le cose. Quando viene sottoscritto un contratto tra due società di calcio per il trasferimento di un calciatore tra due paesi diversi – ha spiegato l’Avvocato Pilla in esclusiva ai microfoni di Mediagol.it- un trasferimento internazionale come quello che riguarda Paulo Dybala, la normativa sullo status e sui trasferimenti dei calciatori è emanato dalla Fifa ed a cui sono sottoposte tutte le società di tutte le federazioni calcistiche del mondo, compreso l´Instituto de Cordoba. Quando si effettua un trasferimento entrambe le società devono compilare il TMS, una procedura telematica che ogni società fa in caso di trasferimento internazionale. All´interno vengono indicati dati come nome e cognome del calciatore, società acquirente, prezzo pagato... questo è il primo passaggio quando si firma un contratto di cessione. Il Palermo ha adempiuto a questo obbligo federale, l´Instituto di Cordoba no, perché asserisce che deve essere pagata. Ma la procedura corretta è questa: prima si fa il TMS, dopo di che viene rilasciato un transfer, a transfer rilasciato la società che deve corrispondere qualcosa corrisponderà. Non è che prima si rilascia il pagamento. Il transfer poi lo rilascia l´AFA, la Figc argentina. Sulla base di quale presupposto l´Instituto è legittimato a dare un diniego al trasferimento? Mi sembra nessuno, è stato sottoscritto un contratto e ci sono dei termini da rispettare. Mi risulta per altro che addirittura il Palermo ha provveduto sul conto della Afa direttamente tutte le voci relative a imposte e contributi che vanno versati in caso di trasferimenti internazionali. Se dobbiamo dire a onor del vero come stanno le cose – ha proseguito il legale di Dybala in esclusiva ai microfoni di Mediagol.it - chi è totalmente adempiente è il Palermo, chi è inadempiente e senza nessuna motivazione giuridica è l´Instituto de Cordoba. Voglio pensare che siano un gruppo di ‘dilettanti’ che hanno detto ‘no, non vi rilasciamo il transfer’. Questo loro comportamento è soggetto ad una serie di sanzioni da parte della Fifa, forse all´Instituto non lo sanno. Questo arreca danno al calciatore e al Palermo calcio e in futuro ci saranno delle valutazioni sulla possibilità di agire davanti agli organismi internazionali contro questo comportamento dell´Instituto".
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